Legge sulla carne sintetica e la carne vegetale - L’Italia dice no, e non è sola
Introduzione
La Legge n. 172 del 1 dicembre 2023, intitolata Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonche' di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali, disciplina due temi distinti, ma egualmente controversi. La carne sintetica, o coltivata, e la “carne vegetale” hanno in comune il fatto di essere entrambe volte a trovare alternative al consumo di carne. La legge italiana da un lato vuole impedire la produzione e commercializzazione della cosiddetta "carne sintetica". Dall’altro vuole impedire che alimenti di origine vegetale possano sfruttare le denominazioni dei prodotti di origine animale per porsi come loro alternative vegetali equivalenti. La posizione Italiana non è isolata in UE: diversi stati hanno adottato politiche simili. Addirittura 13 stati UE hanno supportato i dubbi sulla carne sintetica, espressi in una nota inviata al Consiglio dell'Unione Europea.
Cos'è la carne sintetica, o coltivata?
Il termine "carne sintetica" o “carne coltivata” si riferisce a prodotti alimentari che replicano le caratteristiche sensoriali e nutrizionali della carne ottenuta da animali, ma sono prodotti in laboratorio attraverso processi come la coltura cellulare o altre tecniche di ingegneria genetica. Fondamentalmente, la carne sintetica viene creata senza dover allevare o abbattere animali, utilizzando la coltura di cellule muscolari che vengono fatte proliferare e maturare in un ambiente di laboratorio. L'obiettivo è ottenere un prodotto finale che assomigli strutturalmente e abbia le stesse caratteristiche della carne tradizionale, come sapore, consistenza e valore nutrizionale. Il campo della carne sintetica è in continua evoluzione, attirando l'interesse di aziende e investitori alla ricerca di soluzioni sostenibili per rispondere alla crescente domanda di proteine animali.
Pro e contro della carne sintetica
Secondo i sostenitori della carne sintetica, questo approccio offre potenziali vantaggi ambientali, etici e nutrizionali. Tuttavia, la carne sintetica è oggetto di diverse critiche, che spaziano da preoccupazioni etiche e morali riguardo alla manipolazione genetica e alla coltura cellulare, alla percezione dei consumatori che potrebbero essere scettici verso un prodotto ritenuto "artificiale". Alcuni nel settore tradizionale dell'allevamento temono un impatto negativo sulla loro attività economica, mentre altri sollevano preoccupazioni sulla sicurezza alimentare. Anche se la carne sintetica è spesso considerata più sostenibile rispetto all'allevamento intensivo di bestiame, alcune critiche possono sorgere riguardo all'impatto ambientale complessivo del processo di produzione della carne coltivata in laboratorio, inclusi i requisiti energetici, che sono più alti per la carne sintetica, e le risorse necessarie. Esistono inoltre delle preoccupazioni riguardo agli elevati costi di produzione della carne sintetica.
12 paesi UE, oltre all'Italia, sollevano dubbi sulla carne sintetica: La nota al consiglio Europeo
Questi dubbi, ed altri ancora, sono stati ben spiegati nella nota che è stata inviata al Consiglio dell'Unione Europea, firmata da Italia, Austria e Francia, e sostenuta da Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e dalla Spagna su "Il ruolo della PAC nella salvaguardia della produzione alimentare primaria e di alta qualità", e discussa il 23 gennaio 2024.
il ruolo degli agricoltori
La nota muove dal dato di fatto gli agricoltori europei contribuiscano al 1,3% del PIL europeo, ma il loro ruolo nell'assicurare la sicurezza alimentare, l'autosufficienza e la fornitura di cibo sicuro e di alta qualità è molto più elevato. Gli agricoltori europei, stando alla nota, sono il pilastro dell'economia rurale, coltivando terre in modo sostenibile con il sostegno della Politica Agricola Comune (PAC) e proteggendo paesaggi culturali e l'ambiente. L'agricoltura europea si distingue anche per il suo approccio basato sulle aziende agricole e sulla produzione primaria, tutto garantito dalla PAC.